PRATICHE DI GENERE

N°198

MODELLO PIEMONTESE


Soggetto attuatore
Regione Piemonte

Ambito
Conciliazione dei tempi in ambito lavorativo
Pari Opportunità e inclusione sociale
Servizi per l’impiego/orientamento professionale/Sostegno incontro domanda e offerta di lavoro

Tipologia/e di azione
Azione di sistema
Azioni rivolte al sistema di governo
Azioni rivolte al sistema dei servizi
Azione alle persone
Informazione/comunicazione e sensibilizzazione
Formazione continua
Incontro domanda-offerta
Percorsi integrati per l’inserimento lavorativo

Destinatari
Sia uomini che donne oppure non specificato
Disabili
Immigrati/e
Categorie Svantaggiate: anziani e non autosufficienti
Altro: famiglie degli anziani e delle persone non autosufficienti

Partnership
La Regione Piemonte, in stretta sinergia con le Province Piemontesi e con un sistema già esistente che comprendeva Centri per l'Impiego pubblici e Agenzie per il lavoro private, con associazioni e realtà del privato sociale, ha elaborato un proprio modello che ha integrato il lavoro, le politiche sociali e la formazione professionale con un sistema di servizi misto pubblico-privato attraverso l'utilizzo delle risorse ministeriali, di risorse aggiuntive regionali e del POR FSE.

Territorio

Fonte di finanziamento - Costo
Fondo Politiche Sociali € 150.000; Fondo Politiche Migratorie € 517.000; Fondo Sociale Europeo € 2.018.085
Fondi Strutturali: POR FSE: Asse II – Occupabilità – Obiettivo specifico F
Fondi Nazionali: Fondo Politiche Migratorie 2010 (accordo tra Regione Piemonte e Ministero del Lavoro)
Fondi Regionali: Fondi Regionali della Direzione Politiche Sociali

Data inizio
Luglio/2010

Data fine
Marzo/2014

Referente progetto (nominativo, email, telefono)
Nome: Franca
Cognome: De Battista
E-mail: franca.debattista@regione.piemonte.it
Telefono: 011 432 5689

DESCRIZIONE DEL PROGETTO:

Contesto e problema
Il modello di intervento attuato dalla Regione Piemonte nel contesto del lavoro di cura e di assistenza agli anziani e ai non autosufficienti muove dal presupposto che si tratti di un’attività che richiede alta "attenzione" e alta professionalità, perché riguarda soggetti "fragili"; nel contempo coinvolge sentimenti, relazioni interpersonali ed affettive, fiducia. Il contesto di intervento è caratterizzato da un mercato ad alto potenziale di domanda, ma che spesso è affidato al "passaparola" e segue le strade del lavoro “in nero”, pertanto senza garantire rapporti tra famiglie e assistenti improntati a una cultura della legalità. L'area dell'Assistenza Familiare in Piemonte si contestualizzava come un sistema complesso con la presenza di luci e ombre, di criticità e di opportunità. Da un lato registrava un progressivo aumento dell'invecchiamento della popolazione e dall'altro un costante aumento dei flussi migratori. In questo contesto si registrava un progressivo aumento della domanda di assistenza familiare e al contempo l'incremento dell'offerta di cosiddette "badanti". Spesso tuttavia l'incontro domanda-offerta non risultava essere efficace. Inoltre, professionalità straniere, e non solo, anche molto qualificate, operanti sovente in situazione di illegittimità (migrazione non regolare e/o rapporti di lavoro non formalizzati), non venivano riconosciute generando situazioni di precarietà e forte frustrazione.

Obiettivi
L’intervento consiste in un'azione strategica e pluriennale che, partendo dall'analisi dei contesti territoriali, ha inteso sviluppare sistemi regionali di azioni integrate finalizzate alla qualificazione dei servizi di cura e di assistenza alla persona, all'erogazione di servizi socio-assistenziali domiciliari da parte dei lavoratori immigrati, all'attivazione di percorsi di formazione e qualificazione professionale degli operatori del settore e alla promozione di misure di contrasto al lavoro sommerso. L’obiettivo è quello di lavorare su un modello "fattibile" e pragmatico che di fatto "mettesse a sistema" un work flow formalizzato, che desse al bisogno delle famiglie una risposta strutturata Il modello Piemonte si propone di: - ridare dignità al lavoro di cura, dando una governance all'area dell'assistenza familiare, garantendo le famiglie, valorizzando l'attenzione alla persona e alla relazione di fiducia nell'incontro di due "fragilità, riconoscendo la professionalità e le competenze anche informali delle assistenti familiari e sostenendone inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. - migliorare e potenziare il sistema di offerta presente sul territorio in materia di servizi alla persona sostenendo la creazione e, ove già esistenti, il raccordo e l'organizzazione di una pluralità di servizi pubblici e privati attivi sul territorio di riferimento nel settore dell'assistenza familiare. - far emergere il sommerso favorendo il processo di incontro domanda/offerta di lavoro, di selezione delle assistenti in relazione alla famiglia che necessita di servizi di cura, di consolidamento delle reti territoriali e di supporto alla formalizzazione del rapporti di lavoro.

Attività
Le attività realizzate dalle diverse Province piemontesi sono: - l’attivazione di sportelli specialistici nei Centri per l’Impiego - la Rete con attori pubblici-privati del territorio - la continuità con progetti precedenti - l’attivazione di percorsi di certificazione delle competenze (assistenti familiari) - la presenza di incentivi alla regolarizzazione del rapporto di lavoro. Le attività coinvolgono l’organizzazione del sistema, la qualificazione degli operatori e degli assistenti familiari, la comunicazione e promozione dei servizi: - prima informazione e accoglienza: favorisce l'accesso al progetto degli utenti interessati e garantisce un'informazione diffusa sul territorio. Alle destinatarie dell'intervento vengono offerti servizi specialistici integrati, personalizzati e finalizzati all'attivazione del rapporto di lavoro attraverso l'individuazione di metodologie e strumenti per accompagnare le persone che si rivolgono allo sportello, dalla prima fase di analisi del bisogno sino all'inserimento lavorativo. - attività di presa in carico dei destinatari: per le assistenti familiari vengono messi a punto e utilizzati strumenti idonei a rilevare, da un lato le competenze delle candidate, anche non formali (per i lavoratori stranieri anche le competenze linguistiche), e dall'altro le disponibilità per migliorare il livello di occupabilità. Per le famiglie sono previsti colloqui conoscitivi/informativi per individuare i bisogni di assistenza, le caratteristiche della persona da assistere e la professionalità del lavoratore richiesto. - attività di incontro domanda/offerta: individuazione dei candidati rispondenti alle caratteristiche richieste. L'incontro tra la famiglia e l'assistente familiare può avvenire anche con il supporto dell'operatore dello sportello.. - attività di accompagnamento che continua durante la fase di inserimento lavorativo: colloqui di supervisione e di aggiornamento per favorire l'inserimento/convivenza del lavoratore in famiglia e collegare la persona e chi l'assiste con la rete dei servizi e delle prestazioni socio-sanitarie territoriali. - attività di supporto all'inserimento in percorsi formativi attivata all'interno dello sportello integrato: presentazione di tutte le opportunità che permettano il miglioramento delle competenze specifiche. Alla famiglia viene offerto un servizio informativo e consulenziale in materia contrattualistica e fiscale, nonché un sostegno per le pratiche amministrative. Sono stati aggiunti alcuni interventi complementari per la qualificazione del lavoro di cura (riconoscimento delle competenze formali e non formale), emersione del lavoro irregolare (incentivi alla famiglie o interventi di consulenza specialistica). Tutto il processo ha previsto una azione di controllo delle attività e di monitoraggio (Regione Piemonte). Modellizzazione dell'esperienza per favorirne la replicabilità a livello nazionale.

Risultati raggiunti
Diretti: Il progetto ha coinvolto per la quasi totalità donne. Sono disponibili le slide relative al convegno di presentazione di questo modello di intervento realizzato a luglio 2013 al seguente link: http://goo.gl/RlUuLd oppure ulteriori informazioni al sito http://www.regione.piemonte.it/lavoro/pari/familiari.htm
Indiretti: Di seguito riportiamo i principali progetti realizzate dalle Province Piemontesi: • Provincia Di Torino - A.F.R.I.TO e A.F.R.I.PRO – Assistenza Familiare Reti Integrate Torino e provincia • Provincia di Alessandria - Alessandria in Rete per l’Assistenza Familiare • Provincia di Asti - Assistenti Familiari in Rete • Provincia di Cuneo - R.O.S.A. - Rete per l’occupazione e i servizi di Assistenza Familiare (Capofila Cooperativa O.R.S.O.) • Provincia di Novara - Reti di cura • Provincia di Verbano Cusio Ossola - C.U.R.A. – Collaborazione Unitaria Rete Assistenza Familiare (Capofila Cooperativa Insieme) • Provincia di Vercelli - Sportello Assistenti Familiari • Provincia di Biella - Partecipazione alle attività finanziate dal Fondo Politiche Migratorie. In fase di avvio del progetto era stato previsto che i potenziali destinatari dei servizi fossero 5.250, di cui 2.416 comunitari e 2.834 non comunitari, per la quasi totalità donne. I soggetti reali destinatari dei servizi sono stati invece 26.683, di cui 12.592 comunitari (581 uomini) e 14.081 non comunitari (783 uomini). I destinatari realmente presi in carico dai Centri per l'Impiego (sottoscrizione PAI) sono stati circa 12.000. Di questi circa il 55% sono comunitari (di questi il 40% rumeni) e il 45% non comunitari. Il progetto prevedeva l'assunzione ideale di 1.285 soggetti. Ne sono stati assunti 1.192 di cui 682 comunitari e 510 non comunitari. Riguardo la qualificazione delle assistenti familiari (tramite percorsi di riconoscimento delle competenze acquisite in contesti lavorativi non formali) sono stati attivati 32 corsi di formazione della durata di 30/50 ore ciascuno. I partecipanti che hanno conseguito l'attestato di frequenza con profitto sono stati 617 di cui 290 comunitari e 327 non comunitari. I nuclei familiari destinatari del servizio sono stati 2.519, su una previsione progettuale di circa 1.500). Le famiglie che hanno usufruito degli incentivi finalizzati all'assunzione sono state 383. Ne erano previste 318. Sono inoltre stati attivati dalla Regione Piemonte n. 6 seminari di aggiornamento che hanno coinvolto complessivamente 170 operatori della rete dei servizi pubblici e privati: 65 dei CPI, 21 delle APL, 4 dei Patronati, 25 del terzo Settore e 55 appartenenti ad Associazioni, Agenzie di Formazione ed Enti Gestori dei Servizi socio-assistenziali. I partner nelle A.T.S. sono per il 54% soggetti privati e per il 46% enti pubblici. Gli sportelli dedicati sul territorio che hanno erogato informazione, accoglienza, matching domanda/offerta e consulenza per la gestione dei contratti sono complessivamente 144, all'interno dei quali 219 soggetti hanno erogato i servizi.

Elementi di successo
Il valore aggiunto di questo modello di intervento risiede nell'integrazione di politiche attive del lavoro e della formazione professionale, politiche sociali e politiche di pari opportunità; con un utilizzo integrato di risorse regionali, statali ed europee. L'azione di sistema promossa dalla Regione Piemonte ha avuto un buon successo perché ha ottenuto ottimi risultati in termini numerici, ma soprattutto di copertura di un bisogno delle famiglie, a cui gli sportelli territoriali hanno risposto attraverso attenti processi di preselezione delle assistenti familiari. Si è inoltre incardinata nell'azione di sistema regionale di definizione degli standard dei servizi al lavoro e dell'accreditamento degli operatori privati. La rete dei soggetti pubblici, privati e del privato sociale si è confrontata e rafforzata, collaborando in modo funzionale e integrato, qualificando così un solido sistema regionale e contribuendo all'emersione del "nero" nell'ambito del mercato dell'assistenza familiare. Sono stati definiti standard di servizi condivisi che equivalgono a servizi sostenibili permanenti sul territorio. Le assistenti familiari hanno potuto veder riconosciute le proprie competenze e ne hanno acquisite di nuove, mentre le famiglie hanno contribuito a creare e testare luoghi sicuri e credibili dove rivolgersi per i loro bisogni di assistenza e per essere supportati nel ruolo inconsueto di "datori di lavoro".

Elementi di criticità
Il progetto ha indubbiamente previsto risultati molto importanti. L’unico dato che si discosta dalla previsione riguarda il numero ideale di soggetti che si intendeva assumere: il progetto prevedeva l'assunzione ideale di 1.285 soggetti. Ne sono stati assunti 775, di cui 438 comunitari e 337 non comunitari. Inoltre le famiglie che hanno usufruito degli incentivi finalizzati all'assunzione sono state 216. Ne erano previste 318.




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