PRATICHE DI GENERE

N°203

Tina 3


Soggetto attuatore
Comune di Asti

Ambito
Diritti umani, prevenzione e contrasto alla violenza di genere
Pari Opportunità e inclusione sociale
Servizi per l’impiego/orientamento professionale/Sostegno incontro domanda e offerta di lavoro

Tipologia/e di azione
Azione alle persone
Percorsi integrati per l’inserimento lavorativo

Destinatari
Sia uomini che donne oppure non specificato
Categorie Svantaggiate: donne straniere vittime della tratta e dello sfruttamento; uomini vittime di sfruttamento lavorativo e criminale

Partnership
Ass.PIAM onlus, Agenzia di Formazione Professionale delle Colline Astigiane; Ass.Granello di Senape, Enaip Piemonte, Ass.Scuole Tecniche San Carlo. Il progetto si sviluppa prevalentemente nel territorio della provincia di Asti. La presenza tra i partner dell’associazione Granello di senape di Bra e lo stretto collegamento al progetto Piemonte in rete contro la tratta fanno si che il progetto si estenda, per il reperimento delle destinatarie, a tutto il territorio piemontese ed in particolare all’alessandrino e al cuneese. Ciò è stato possibile grazie ai rapporti di rete costruiti nell’ambito di “Piemonte in Rete contro la Tratta”

Territorio

Fonte di finanziamento - Costo
149.440,00 Euro
Fondi Strutturali: Fondo Sociale Europeo - Obiettivo 2 "Competitività regionale e occupazione" Programma Operativo Regionale 2007-2013- Asse II – Occupabilità – Ob. Specifico E

Data inizio
Gennaio/2010

Data fine
Luglio/2011

Referente progetto (nominativo, email, telefono)
Nome: Giuseppe
Cognome: Amico

DESCRIZIONE DEL PROGETTO:

Contesto e problema
Il progetto intende intervenire nel contesto territoriale della provincia di Asti. I dati demografici rivelano un costante aumento della presenza di immigrati in Piemonte. In questo contesto Asti è la provincia piemontese che presenta la più alta percentuale di immigrati rispetto alla popolazione. L’immigrazione è inoltre caratterizzata da una forte presenza femminile che al suo interno manifesta anche il triste fenomeno della tratta a scopo di sfruttamento sessuale. Fenomeno in aumento per l’accentuarsi del divario tra i livelli di vita nelle varie aree del mondo e per la crescita della domanda. A partire dalle diverse esperienze realizzate sul territorio per contrastare questo fenomeno, nasce l’esigenza di promuovere azioni finalizzate all’inserimento socio-lavorativo delle donne vittime della tratta.

Obiettivi
Il progetto “Tina 3” si colloca come continuazione dei progetti “Tina” del 2004 e “Tina Continua” del 2005 e intende contribuire alla promozione della partecipazione al mercato del lavoro delle donne vittime di tratta attraverso la realizzazione di percorsi integrati di inserimento socio-lavorativo, attività di orientamento e formazione professionale, finalizzate al loro reinserimento nel tessuto sociale.

Attività
Per ogni destinataria sono stati definiti percorsi personalizzati di inserimento socio lavorativo attraverso: - ore di front office e di back office - percorsi di gruppo articolati nelle seguenti attività: recupero dell’autostima personale e allo sviluppo dell’autonomia avvalendo anche della mediazione culturale, accompagnamento e orientamento. - corsi di orientamento finalizzati al rafforzamento delle competenze professionali. - tirocini in azienda

Risultati raggiunti
Diretti: I percorsi hanno coinvolto 20 donne vittime di tratta con una durata complessiva di 247 ore per ognuna. I percorsi si sono articolati in 178 ore di front office e di 69 di back office. All’interno delle ore di front office 15 ore sono di servizio individuale mentre le restanti 163 sono organizzate in servizi di gruppo. Ad ogni partecipante è stato garantito un sostegno al reddito di € 530,00 al mese per 5 mesi.

Elementi di successo
Il progetto si colloca nell’ambito di una buona esperienza del territorio in azioni di contrasto alla tratta da cui si evince un contesto territoriale con la presenza di soggetti preparati e capaci a lavorare in rete dei quali fanno parte anche i partner del progetto Tina 3.

Elementi di criticità
La difficoltà di accesso al mercato del lavoro da parte delle donne straniere beneficiarie di misure di protezione sociale rappresenta indubbiamente uno degli elementi di maggiore criticità del progetto. Oltre alle donne, il progetto ha comunque coinvolto due giovani (uomini) di nazionalità nigeriana sottratti a situazioni di sfruttamento diverso da quello a fini sessuali.




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