PRATICHE DI GENERE

N°139

Azioni a supporto della realizzazione e diffusione di buone prassi conciliative


Soggetto attuatore
Consorzio Assoform Rimini

Ambito
Conciliazione dei tempi in ambito lavorativo

Tipologia/e di azione
Azione alle persone
Informazione/comunicazione e sensibilizzazione
Formazione continua

Destinatari
Sia uomini che donne oppure non specificato
Disoccupati/e di lungo periodo

Partnership

Territorio

Fonte di finanziamento - Costo
14.944,00
Fondi Strutturali: FSE

Data inizio
Aprile/2009

Data fine
Febbraio/2010

Referente progetto (nominativo, email, telefono)
Nome: Aldo
Cognome: Tiberi
E-mail: a.tiberi@unind.rn.it
Telefono: 054152041

DESCRIZIONE DEL PROGETTO:

Contesto e problema
Le problematiche legate alla conciliazione non sono tematiche neutre, ma mettono in evidenza le problematiche di una organizzazione sociale e del lavoro che privilegia generalmente la componente maschile e reitera un modello familiare in cui è la donna a farsi carico delle cure familiari. Di fatto, sono statisticamente le donne ad abbandonare il posto di lavoro, o a richiedere forme flessibili di occupazione, per prendersi cura dei figli o di altri familiari. Le ragioni sono principalmente di ordine culturale, poiché riprendono un modello familiare largamente diffuso e sovente condiviso dalle stesse donne, ma anche economiche, poiché le donne normalmente rivestono posizioni organizzative meno importanti dei compagni, hanno contratti meno stabili, e anche a parità di ruolo, guadagnano sensibilmente meno. Il bisogno a cui il progetto intende rispondere è quindi legato alla necessità di agire sul piano culturale affinché si riconosca che il tema della conciliazione tra lavoro professionale e vita familiare è centrale per far fronte ai cambiamenti intervenuti nel mercato del lavoro e che le misure di conciliazione costituiscono una strategia necessaria per il mantenimento e lo sviluppo della professionalità e dell’occupazione, soprattutto femminile. Agire sul piano culturale è importante ma lo è anche fornire strumenti alle imprese perché la competitività e le sfide economiche in atto richiedono capacità di riorganizzazione e di adattabilità al contesto esterno. Flessibilità, innovazione e cambiamento possono e devono coniugarsi con le crescenti esigenze di conciliazione tra i tempi di vita e i tempi di lavoro delle persone (uomini e donne) che vi lavorano, senza considerare questo problema una questione privata delle donne, mentre in realtà la questione della conciliazione riguarda aspetti non marginali della società e investe anche la ridefinizione delle politiche di welfare, dei servizi pubblici e privati e dei modelli organizzativi interni alle imprese. È quindi necessario che il mondo produttivo - organizzazioni datoriali, enti bilaterali, imprese – tutti insieme, comincino a considerare i benefici (non solo i costi) ed il vantaggio competitivo scaturente dalle politiche di conciliazione. Gli accordi sull’orario di lavoro e l’attenzione al benessere organizzativo possono avere un impatto sensibile sull’efficienza, la produttività e la competitività delle aziende, per non parlare della salute, del benessere e della motivazione dei dipendenti. E’ necessario diffondere una maggiore conoscenza delle modalità e delle possibilità di accedere agli strumenti normativi, agli incentivi di natura finanziaria esistenti, in particolare la Legge 53/2000, che prevedono annualmente lo stanziamento di fondi per contribuire alla realizzazione di azioni di conciliazione, e che sono ancora scarsamente conosciuti.

Obiettivi
La presente proposta progettuale ha inteso realizzare una serie di attività formative ed informative e servizi che ambiscono a diventare di supporto permanente ai beneficiari potenziali e attori interessati al tema della conciliazione (stakeholders del sistema economico ed associativo provinciale) per la diffusione delle informazioni (legislative, procedurali, buone prassi, modelli organizzativi ecc..) e l’incremento delle competenze per accedere agli strumenti finanziari e per realizzare concretamente prassi di conciliazione. Nel suo complesso ha mirato a: 1. Promuovere la crescita culturale relativa al tema della conciliazione, con particolare riferimento alla Legge n. 53/2000, predisponendo strumenti di formazione ed informazione a tale scopo finalizzati; 2. Incentivare e sostenere azioni di conciliazione dei lavoratori, ed in particolare delle lavoratrici titolari di impresa, che contrastino la loro possibile espulsione/esclusione dal mercato del lavoro in ragione delle loro scelte di vita familiare; 3. Incentivare e sostenere azioni di flessibilizzazione e di riorganizzazione dei tempi lavorativi che tengano conto delle esigenze di cura familiare; 4. Favorire e facilitare la nascita di efficaci sinergie operative a livello provinciale. Ulteriore obiettivo delle attività progettuali è stata la creazione di uno staff operativo (comitato operativo), interno ed esterno alle associazioni imprenditoriali e sindacali, di funzionari esperti nella gestione del lavoro e di consulenti esterni esperti di organizzazione aziendale e gestione del personale, con il compito di realizzare le complesse fasi di analisi del fabbisogno presso gli associati ed iscritti individuando i casi di conciliazione che possono concretamente trovare una risposta attraverso progetti a valere sulla legge 53/00 art.9

Attività
Fase 1 - Formalizzazione di un Comitato operativo di progetto: formalizzazione di un Comitato operativo di progetto composto da componenti dell’ente formativo, esperti di gestione del personale e di organizzazione aziendale, imprenditori, responsabili del personale e rappresentanti delle parti sociali. FASE 2 - Realizzazione di un programma seminariale di diffusione delle opportunità progettuali sulla conciliazione – L.53/2000, art. 9: incontri di presentazione del progetto e seminariali sull’utilizzo della legge 53/00 tenuti da consulenti esperti sulle tematiche della conciliazione in azienda, esponenti datoriali, sindacali e pubblici funzionari, anche esterni alla provincia. FASE 3 - Attività corsuale: “Imprenditorialità” e competenze manageriali e gestionali nel contesto della conciliazione: Formazione procedure attivabili nell’ambito della legge 53/00 e i requisiti tecnici che l’azienda deve possedere. FASE 4 - Fase corsuale: “Servizi associativi a supporto della conciliazione”: attività formativa diretta soprattutto a veicolare tecniche di coinvolgimento delle persone e sensibilizzazione sui temi della conciliazione (come agire e interfacciarsi su questi temi in azienda). FAE 5 - FASE - Realizzazione di Bilanci di esigenze di conciliazione: Questa fase segue cronologicamente alle due fasi corsuali/formative. Individuazione delle aziende in cui realizzare l’analisi del fabbisogno di conciliazione e definire azioni di fattibilità per l’implementazione di politiche di conciliazione.

Risultati raggiunti
Indiretti: Sono stati realizzati 5 incontri del Comitato di progetto che ha definito l’indirizzo politico/strategico di ogni singola azione, garantito il monitoraggio delle azioni previste; definito eventuali azioni correttive; consentito la validazione/valutazione dei risultati; favorito la promozione e diffusione dei risultati; garantito un monitoraggio sullo stato di applicazione delle pratiche di conciliazione finanziate dalla legge 53/00 e realizzate dai destinatari del progetto (imprese) nel corso delle azioni progettuali. Il programma seminariale ha visto la realizzazione di 5 brevi incontri seminariali/informativi e pratico-esperienziali (della durata di 4 ore ciascuno). Sono state coinvolte 18 persone tra titolari d'impresa, manager, responsabili R.U., figure decisionali in azienda, dipendenti di associazioni di categoria e sindacali, RSU aziendali, esponenti dell’amministrazione pubblica, consulenti, ecc. sulle politiche di conciliazione e sulle opportunità offerte dalle l. 53/2000. Attraverso gli incontri si è avviata una riflessione territoriale finalizzata ad un nuovo approccio al welfare familiare. La prima attività formativa si è articolata in 12 ore + 3 ore per la definizione del Project Work. Su 10 beneficiari da progettazione iniziale, 9 sono stati gli effettivi partecipanti al corso individuati tra imprenditori ed imprenditrici, lavoratori e lavoratrici autonome, manager, responsabili delle R.U., studi di consulenza, dipendenti di Confindustria, Assoservizi. Si è trattato di una fase con evidenti finalità pratiche, in cui i destinatari formati sono destinati a diventare facilitatori dell’innovazione organizzativa in senso conciliativo all’interno ciascuno della propria azienda (fase 5- Realizzazione di Bilanci di esigenze di conciliazione). La seconda attività formativa della durata di 8 ore + 2 ore di Project Work, si è indirizzata a 8 partecipanti tra cui: rappresentanti di associazioni, responsabili RU, 1 consulente aziendale e 1 piccolo imprenditore. In ciascuna fase corsuale è stato organizzato 1 project work per partecipante (17 complessivi). Infine, per la realizzazione dei Bilanci di esigenze di conciliazione sono state coinvolte 6 imprese tra quelle che hanno partecipato alle azioni precedenti informative e formative. Alcuni dei loro dipendenti (per ogni azienda sono stati coinvolti più interlocutori aziendali) hanno preso parte a 9 incontri di 4 ore e 3 incontri di due ore, per la stesura di bilanci sulle esigenze di conciliazione e analisi di fattibilità. Gli incontri sono stati organizzati da esperti consulenti aziendali che insieme ai referenti delle aziende hanno analizzato i fabbisogni delle stesse e pianificato gli interventi da realizzare e far finanziare. La fase ha costituito inoltre il presupposto per la continuazione dell’attività consulenziale a conclusione del progetto con la finalità di realizzare concretamente i progetti di conciliazione a valere sulla l. 53/00 nelle imprese di riferimento.

Elementi di successo
Tra gli elementi di successo del progetto si segnala che 4 delle aziende che hanno partecipato alle attività, a conclusione del progetto, hanno realizzato concretamente gli interventi di conciliazione pianificati avvalendosi degli strumenti di finanziamento delle politiche di conciliazione (L. 53/00). Inoltre si evidenzia una buona innovazione di contesto del progetto, poichè nel territorio provinciale non erano mai stati realizzati interventi relativi allo studio di pratiche di conciliazione in azienda.

Elementi di criticità
La conciliazione è un tema su cui è difficile coinvolgere le aziende. L’attuatore si aspettava una capacità di visione maggiore. Invece, anche le rappresentanze sindacali fanno fatica a muoversi su questo tema. Conseguentemente, anche trovare le persone da sottoporre a formazione non è stato affatto semplice. I soggetti partecipano più volentieri a incontri informativi brevi e non a corsi formativi che richiedono un impegno maggiore, come se non avessero motivazioni sufficienti a farlo (sottovalutazione del problema da un lato e, dall’altro, per chi riconosce l’importanza del tema, consapevolezza della poca recettività della dirigenza per la realizzazione di azioni).




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