PRATICHE DI GENERE

N°168

LAVORIAMO IN RETE PER UN FUTURO SOSTENIBILE (ed. 2)


Soggetto attuatore
EnAIP PIEMONTE

Ambito
Diritti umani, prevenzione e contrasto alla violenza di genere
Pari Opportunità e inclusione sociale

Tipologia/e di azione
Azione alle persone
Percorsi integrati per l’inserimento lavorativo

Destinatari
Solo donne
Disoccupati/e
Immigrati/e
Categorie Svantaggiate: vittime di tratta

Partnership
Per il raggiungimento dell’obiettivo dichiarato si è costituita un’ATS (Associazione temporanea di scopo) con capofila EnAIP Piemonte e partners l’Associazione Papa Giovanni XXIII, le Agenzie formative CNOS-FAP Regione Piemonte– sede di Fossano ed il CFP Cebano monregalese, la Provincia di Cuneo, i Comuni di Cuneo, Fossano, Mondovì e Saluzzo.

Territorio

Fonte di finanziamento - Costo
122.760,00 euro
Fondi Strutturali: FSE

Data inizio
Ottobre/2012

Data fine
Aprile/2014

Referente progetto (nominativo, email, telefono)
Nome: Carmela
Cognome: Nicola
E-mail: carmela.nicola@enaip.piemonte.it
Telefono: 011 2179888

DESCRIZIONE DEL PROGETTO:

Contesto e problema
Il Progetto “Lavorare in rete per un futuro sostenibile – II”, finanziato dalla Regione Piemonte all’interno del Bando regionale relativo agli Interventi finalizzati all'inclusione socio-lavorativa delle vittime di violenza, grave sfruttamento e tratta, si è posto in continuità con la prima edizione dello stesso, realizzata tra il 2009 ed il 2011 sui territori di Cuneo e Fossano; la prima esperienza ha permesso di consolidare la rete di partenariato e di sperimentare buone prassi che sono state implementate nella seconda edizione.

Obiettivi
Anche in questa edizione, l’obiettivo principale è stato quello di promuovere la dignità e la valorizzazione di donne partecipanti, cercando di ridurre il rischio della stigmatizzazione della loro condizione e dell’esclusione sociale, supportandole in un percorso di inserimento socio-lavorativo che è la condizione necessaria affinché possano raggiungere un certo livello di autonomia e integrazione. Il progetto si poneva pertanto l’obiettivo specifico di favorire l’integrazione sociale e l’inserimento lavorativo di 10 donne straniere vittime di sfruttamento sessuale e di tratta attraverso la realizzazione di un percorso mirato di sostegno e di accompagnamento che valorizzasse e rafforzasse la fiducia nelle proprie capacità personali, che stimolasse quelle attitudini individuali non ancora espresse, che favorisse l’avvio di un percorso di modifica dei comportamenti e, infine, che fornisse gli strumenti per sviluppare le abilità lavorative necessarie all’inserimento lavorativo.

Attività
Per conseguire l’obiettivo dichiarato si è realizzato un percorso di empowerment, orientamento ed inserimento socio-lavorativo - fortemente orientato alla destinataria dell’intervento e ai suoi bisogni – con assegnazione di incentivo alla partecipazione per tutta la sua durata. Articolazione progetto: • Presa in carico beneficiarie • Rinforzo competenze base (lingua italiana) e tecnico-specifiche (informatica) - gruppo • Recupero autostima (individuale) • Orientamento e accompagnamento - Orientamento al mercato e ai mestieri (gruppo): - Descrizione mestieri (schede illustrate): mansioni, strumenti utilizzati… - Ricerca attiva del lavoro (gruppo) - I canali per la ricerca del lavoro (conoscenza diretta) - La domanda di lavoro (CV) - Le principali tipologie di contratto di lavoro - Counselling/recupero autostima individuale - Recupero esperienza tirocinio (consapevolezza del lavoro: mansioni, strumenti utilizzati, regole.. e consapevolezza di sé: risorse, attitudini, punti forti, aree miglioramento) • Tirocinio • Restituzione finale e diffusione risultati

Risultati raggiunti
Diretti: Nello specifico, per ogni beneficiaria, sono stati ottenuti i seguenti risultati: • Acquisizione e/o potenziamento da parte delle beneficiarie della loro conoscenze della lingua italiana e dei servizi territoriali/meccanismi che regolano l’ingresso nel mercato del lavoro; all’inizio del percorso la maggior parte delle donne presentava infatti difficoltà linguistiche e scarsissima conoscenza del contesto locale, dei servizi presenti (non solo in tema di lavoro) e delle modalità di accesso agli stessi. • A fine percorso le beneficiarie hanno acquisito una conoscenza di base del mercato del lavoro locale e dei meccanismi di ingresso grazie soprattutto all’alternanza tra: attività preparatorie di gruppo (rinforzo competenze di base e specifiche, orientamento al mercato e ai mestieri, laboratorio di ricerca attiva del lavoro), attività di preparazione e rielaborazione del tirocinio individuali e di gruppo e colloqui individuali di monitoraggio in itinere. Le partecipanti hanno quindi acquisito una sufficiente autonomia anche per quanto riguarda strumenti e modalità di ricerca del lavoro (stesura e invio CV; accesso ai servizi territoriali) grazie ad una serie di esercitazioni pratiche in aula e visite in loco/testimonianze dirette che hanno facilitato la conoscenza diretta della rete territoriale e degli operatori che ne fanno parte. L’alternanza tra attività individuali e di gruppo ha permesso da un lato di personalizzare il percorso delle beneficiarie, tenendo conto dei bisogni individuali e favorendo la rielaborazione personale, dall’altro di consolidare alcune acquisizioni individuali, attraverso il confronto con il gruppo. Incremento del grado di autoefficacia e di autostima delle donne: anche in questo caso le beneficiarie presentavano all’inizio del percorso un basso grado di autostima unito a molta diffidenza nei confronti del progetto. Fondamentali sono stati, a questo riguardo: • la possibilità offerta di accedere ad uno “spazio” individuale in cui potersi confrontare con un operatore unico, che è stato lo stesso per tutto il percorso (colloqui di counselling individuale) e che le ha sostenute nel fronteggiamento delle difficoltà che emergevano man mano; • la possibilità di potersi “sperimentare” in contesti lavorativi (più o meno protetti a seconda dei casi) che ha permesso alle donne di “conoscersi meglio”, facendo emergere interessi, attitudini, aree di miglioramento. • Definizione di un progetto professionale per ciascuna destinataria che per alcune di loro è sfociato in un progetto di inserimento lavorativo immediato all’interno dell’azienda e/o cooperativa sociale sede del tirocinio; per altre nella decisione di iscriversi ad un percorso formativo in un’area di interesse emersa durante il percorso che necessitasse di un percorso formativo ad hoc; per altre ancora in un progetto di ricerca attiva del lavoro (definizione area di interesse, predisposizione elenco aziende, auto-candidatura presso le stesse in certi casi guidata dall’operatore di riferimento.
Indiretti: È stato realizzato un video fruibile all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=lWP0XLzcw7M

Elementi di successo
I principali elementi di successo sono stati i seguenti: • Consolidamento, rispetto alla I edizione del progetto, di una rete territoriale di soggetti pubblici e privati (Associazione Papa Giovanni XXIII, Agenzie formative CNOS-FAP Regione Piemonte e CFP CEBANO MONREGALESE, Provincia di Cuneo, Comuni di Cuneo, Fossano, Mondovì e Saluzzo) che è stata fondamentale per la gestione integrata delle attività e delle problematiche emerse in itinere. In particolare il coinvolgimento dell’Associazione Papa Giovanni XXIII ha permesso il supporto e la rimotivazione delle donne “in casa” (poiché ospitava le stesse nelle sue strutture), oltre a fornire sedi “protette” di tirocinio e ad effettuare una parte del monitoraggio dei tirocini, in collaborazione con gli altri operatori). • Alternanza tra formazione e inserimento lavorativo che si sono rinforzati a vicenda in quanto in sede di formazione/colloquio individuale è stato possibile sostenere le ragazze nel fronteggiare le difficoltà incontrate in tirocinio e in sede di tirocinio sono emersi gli elementi “critici” che hanno permesso di rimodulare e personalizzare la formazione.

Elementi di criticità
All’interno della rete territoriale di soggetti, che è stata fondamentale per la buona riuscita del progetto, non è stato rappresentato il mondo imprenditoriale (Associazioni, aziende, cooperative ecc), se non quello legato all’Associazione partner per cui potrebbe essere un valore aggiunto per eventuali prossime edizioni includere anche il mondo imprenditoriale. A differenza della I edizione del Progetto non è stato permesso di poter svolgere il tirocinio in 2/3 sedi differenti, aspetto che sarebbe invece stato molto positivo per permettere alle partecipanti di avvicinarsi gradualmente al lavoro e di sperimentarsi in ruoli anche differenti (esperienze di difficoltà crescente), in base alle caratteristiche di ciascuna. Si è registrata una eccessiva rigidità nella strutturazione dei percorsi da progetto (sia rispetto a durata/contenuto della formazione, sia rispetto all’organizzazione dei tirocini, come già specificato al punto precedente). Ad esempio infatti le carenze linguistiche riscontrate nel gruppo delle 10 beneficiarie avrebbero avuto necessità di effettuare un percorso più lungo di rinforzo delle competenze di base (in luogo delle competenze specifiche), come potrebbe anche verificarsi il contrario.




Stampa

Torna all'elenco