PRATICHE DI GENERE

N°63

MEDIAZIONE CULTURALE E VIOLENZA DI GENERE: UN NUOVO APPROCCIO NELLA RELAZIONE DI AIUTO


Soggetto attuatore
Techne Società Consortile per Azioni

Ambito
Diritti umani, prevenzione e contrasto alla violenza di genere

Tipologia/e di azione
Azione alle persone
Formazione continua

Destinatari
Sia uomini che donne oppure non specificato
Occupati/e (compresi CIG e mobilità)

Partnership
Attori coinvolti: Comune di Forlì Cooperative promotrici: - Spazi Mediani è una cooperativa di solidarietà sociale operante sul territorio di Forlì – Cesena - Sesamo, cooperativa sociale che opera nell’ambito della mediazione interculturale - CAD Società Cooperativa Sociale O.N.L.U.S., è una Cooperativa Sociale di tipo ""A""

Territorio
Provinciale: Provincia di Forlì-Cesena

Fonte di finanziamento - Costo
8.528,00 €
Fondi Strutturali: POR EMILIA ROMAGNA FSE - ASSE I

Data inizio
Aprile/2011

Data fine
Novembre/2011

Referente progetto (nominativo, email, telefono)
Nome: Flavia
Cognome: Gramellini
E-mail: flavia.gramellini@mailtechne.org
Telefono: 0543/410751

DESCRIZIONE DEL PROGETTO:

Contesto e problema
Il percorso formativo proposto ha inteso dare continuità alla formazione offerta ai mediatori e agli operatori che hanno frequentato il corso “Formazione all’accoglienza per il contrasto alla violenza di genere: un nuovo approccio per la relazione di aiuto” Rif. P.A. 2009-439/FC, integrando le conoscenze acquisite con nuovi strumenti di lavoro per gestire la relazione con le utenti dei servizi ai quali sono preposti e coadiuvando il lavoro dell’equipe antiviolenza dei Centri Donna. E’ cioè necessario che operatori e mediatori oltre alla prima accoglienza delle vittime siano in grado di orientare le stesse ai servizi del territorio. Il mediatore culturale infatti, non può sostituirsi ai professionisti dell’equipe di lavoro della rete antiviolenza, ma deve costituire il tramite tra l’utente e i servizi per le donne vittime di violenza, riconoscendo i bisogni, talvolta impliciti, della donna in difficoltà e guidandola ai servizi di supporto. E’ altresì necessario comprendere il fenomeno della violenza di genere per poterlo affrontare. Si tratta infatti di un fenomeno complesso che non può essere definito esclusivamente a partire da concetti di tipo clinico e giuridico, ma deve tenere in considerazione diversi ambiti di riferimento: socio-culturale, relazionale e individuale. E’ importante in particolare approfondire i fattori culturali, sociali ed economici che determinano le condizioni di sottomissione e di dipendenza nelle quali versano molte donne di diversa origine geografica e che spesso rendono possibili le diverse forme di maltrattamento alle quali vengono sottoposte. Coerentemente con gli obiettivi di genere perseguiti dal progetto, nell’analisi di contesto presente nel formulario e svolta in vista della progettazione dell’intervento particolare attenzione è stata riservata alla condizione delle donne immigrate che subiscono violenza e alle competenze che gli operatori devono possedere per rispondere ai loro bisogni.

Obiettivi
L’operazione persegue obiettivi di genere diretti in quanto intende rispondere alle esigenze formative di mediatrici e operatrici delle cooperative sociali impegnate nell’erogazione di servizi e interventi territoriali rivolti a utenti, straniere e non, che possono trovarsi in situazioni di violenza. Il progetto si propone l’elaborazione di un modello formativo condiviso, che abbracci tutte le fasi dell’intervento, dalle strategie di emersione delle vulnerabilità, al sostegno nel percorso di integrazione, configurandosi come un percorso di approfondimento in continuità con il corso precedente) delle conoscenze e arricchimento delle competenze delle beneficiarie (in riferimento in particolare alle principali problematiche legate alla violenza di genere in tutte le sue declinazioni e alle professionalità coinvolte al fine di integrare il proprio ruolo con quello della rete dei servizi esistenti sul territorio.

Attività
Realizzazione di un percorso formativo innovativo e sperimentale, per sviluppare competenze aggiornate e pratiche d’intervento per chi opera, mediatore e non, sui temi della violenza di genere in tutte le sue declinazioni. La struttura del percorso formativo, prevede 36 ore complessive, suddivise in 6 moduli tematici: 1) Introduzione al corso, funzionamento del Fondo Sociale Europeo, sicurezza sul lavoro, pari opportunità; 2) la violenza di genere: la pluralità delle forme di violenza e la specificità della violenza assistita; 3) la violenza sulla donna straniera: fattori di rischio e fattori protettivi; 4) il lavoro dell’operatore del centro antiviolenza; 5) l’empowerment della donna vittima di violenza; 6) ll mediatore e l’equipe antiviolenza: definizione dei ruoli e complementarietà delle azioni. Ad esclusione del 1° e del 4° modulo, ognuno dei moduli si compone di 6/8 ore. Tutti i moduli prevedono una parte di introduzione teorica al tema in oggetto e una più ampia sezione dedicata alla riflessione culturale, all’analisi di casi studio e al libero confronto sui temi trattati, guidata da consulenti e operatori esperti. Il percorso si basa soprattutto su una metodologia di analisi empirica dell’attività “sul campo” di professionisti ed operatori, partendo cioè dalla ricostruzione dei comportamenti e delle azioni dettate dall'esperienza psico-sociale della donna nell’accesso a sportelli/servizi, da cui derivare le competenze connotative per fornire risposte pertinenti ai diversi bisogni delle donne.

Risultati raggiunti
Indiretti: Il progetto ha permesso alle partecipanti di sviluppare gli strumenti cognitivi e pratici per saper interpretare i contesti, i comportamenti e scegliere le strategie di intervento migliori per sostenere fin dall’inizio il processo di accompagnamento delle donne coinvolte in situazioni di violenza. Ha permesso inoltre di definire in maniera approfondita il ruolo del mediatore nella relazione di aiuto al fine di integrare il suo ruolo con quello della rete dei servizi esistenti. La natura stessa del percorso formativo ha portato a partecipare ai corsi esclusivamente donne con qualifiche di mediatrici e operatici sociali (nonostante il progetto prevedesse solo una partecipazione pari almeno all’80%), con una presenza consistente di operatrici di origine immigrata, soprattutto nell’ambito della mediazione interculturale. Nello specifico, hanno partecipato 14 dipendenti femminili (2 in più del numero indicato all’atto della presentazione del progetto) di 3 cooperative sociali che erogano servizi per il comune di Forlì (Cooperative Sesamo, Spazi Mediani eCAD), di cui 6 straniere e alcune delle quali assunte a part-time. Per le dipendenti delle tre cooperative coinvolte, la partecipazione all’attività formativa ha consentito anche un adeguamento delle competenze ai processi organizzativi e di innovazione, contribuendo quindi a rafforzarne la posizione occupazionale. Il percorso presenta evidenti ricadute di genere sia sotto il profilo dei destinatari dell’intervento che per quanto concerne il potenziamento della qualità dei servizi territoriali di prima accoglienza destinati alla popolazione femminile che versa in situazioni di violenza. Si tratta di un’azione che riflettendosi sui servizi permette alle utenti di poter usufruire di un servizio non “parcellizzato” e/o limitato alla singola struttura, ma coordinato e sinergico, che, all’occorrenza, può confrontarsi e coordinarsi con altri operatori per rendere maggiormente efficace l’intervento. L’intervento formativo si inserisce in un contesto di servizi alla persona tuttora attivi e iscritti nell’ambito delle politiche socio-sanitarie locali e regionali, erogati grazie agli investimenti del Comune di Forlì, anche tramite il FESR e più in generale tramite i fondi iscritti nel Piano Sociale di Zona. Il progetto ha concorso a consolidare la rete tra i partner e in generale con gli attori locali, con i quali già sussistevano relazioni preesistenti al progetto e che continueranno a collaborare anche in progetti successivi. Il partenariato si è concretizzato in una effettiva collaborazione per l’individuazione dei fabbisogni formativi, la progettazione dei contenuti formativi e per l’attuazione stessa dell’intervento. Si è definita una precisa modalità operativa, formalizzata nella sottoscrizione di un “Protocollo di Partenariato Socio Economico” ad opera di Techne, Comune di Forlì, cooperative sociali Sesamo, Spazi Mediani, CAD e associazioni sindacali.

Elementi di successo
Il progetto è da considerarsi in ottica di genere buono, soprattutto sulla base di alcuni specifici elementi: - l’agire in continuità rispetto a progetti precedentemente finanziati per consolidare le competenze di chi opera all’interno delle cooperative sociali che si occupano di violenza di genere (talvolta gli operatori non hanno neanche la qualifica di mediatori); - l’agire in rete con il supporto particolarmente attivo del partenariato locale; - il posizionarsi in maniera integrata rispetto ai servizi del territorio e alle politiche di sviluppo locale già in essere, contribuendo allo sviluppo di modalità operative sui temi della violenza di genere trasversali ai servizi (adozione di un protocollo operativo per uniformare metodologie e azioni delle cooperative che erogano servizi per conto del comune).

Elementi di criticità
Il soggetto attuatore ha evidenziato criticità nella gestione dell’intervento dovute al fatto che gli operatori fanno parte di cooperative diverse e hanno orari di lavoro differenti. Ciò ha significato che non tutte le operatrici hanno potuto partecipare sempre alle lezioni formative, a discapito della continuità didattica. Anche la selezione delle dipendenti per il corso è stata fatta tenendo conto soprattutto dei bisogni organizzativi degli enti e non dei profili che necessitavano della formazione. Un ulteriore criticità è stata l’impossibilità di far partecipare ai corsi operatrici che non fossero dipendenti delle cooperative, con la conseguenza di escludere operatrici impiegate con contratti atipici, in realtà più bisognose di formazione all’interno delle strutture anche ai fini di una loro successiva stabilizzazione.




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