PRATICHE DI GENERE

N°69

Donne migranti e lavoro. Azioni volte a favorire occupabilità nella val d'Enza


Soggetto attuatore
CIOFS Emilia Romagna

Ambito
Pari Opportunità e inclusione sociale
Servizi per l’impiego/orientamento professionale/Sostegno incontro domanda e offerta di lavoro

Tipologia/e di azione
Azione alle persone
Percorsi integrati per l’inserimento lavorativo
Altre eventuali tipologie di azione: Non specificato

Destinatari
Solo donne
Giovani (età non specificata)
Immigrati/e

Partnership
Comuni della Val d’Enza (Gattatico, Campegine, Sant'Ilario d'Enza, Cavriago, Montecchio, Bibbiano, San Polo, Quattro Castella, Canossa) Centri per l’Impiego, Caritas Diocesana, CTP (centro territoriale permanente) Servizi Sociali della Val d’Enza Associazioni di immigrati della Provincia di Reggio Emilia. Centro per le Famiglie

Territorio
Provinciale: Valle D'Enza, tra le Provincia di Reggio e Parma.

Fonte di finanziamento - Costo
30.750,00 Euro
Fondi Strutturali: POR EMILIA ROMAGNA FSE - ASSE II

Data inizio
Maggio/2008

Data fine
Giugno/2009

Referente progetto (nominativo, email, telefono)
Nome: Paola
Cognome: Ferretti
E-mail: pferretti@ciofsre.org
Telefono: 522.240.711

DESCRIZIONE DEL PROGETTO:

Contesto e problema
Il progetto è stato elaborato allo scopo di offrire a donne immigrate disoccupate della zona della Val d’Enza (che riunisce comuni delle provincie di Parma e Reggio Emilia caratterizzate da un’alta densità abitativa di cittadini stranieri) una serie di azioni volte all’accrescimento delle competenze trasversali, assecondando le richieste del sistema produttivo locale. Esso dà seguito a due progetti aventi medesima finalità; ma non destinati specificatamente a donne immigrate. La diversità di caratteristiche tra le donne beneficiarie (straniere di recente/lunga immigrazione, con elevate/scarse competenze linguistiche ) ha reso particolarmente rilevante la fase del colloquio iniziale: non tutte le utenti necessitavano della medesime misure di inserimento/accompagnante/formazione ; questa fase ha permesso di meglio delineare gli interventi.

Obiettivi
Il progetto è stato finalizzato a favorire l’integrazione di donne migranti nel sistema produttivo locale e sostenere il lavoro quale strumento di integrazione sociale delle donne migranti e al contempo promuovere lo sviluppo economico della Val d’Enza. Il progetto intende offrire alle donne immigrate disoccupate una serie di microazioni che agiscano con forza sull’accrescimento delle competenze trasversali fondamentali per soddisfare le richieste del sistema produttivo. Il rafforzamento delle trasversali va dalla rilettura e valorizzazione delle proprie competenze acquisite, a momenti formativi e informativi sul mercato del lavoro, a laboratori sulle professioni, ai tirocini formativi.

Attività
1) FASE - Orientamento: - Colloqui di orientamento: per la definizione del progetto professionale (110 ore di colloqui per 67 donne, di cui circa 57 dedicate a servizi di accoglienza) - Colloqui per la definizione del progetto professionale: 27 ore dedicate alla definizione del progetto professionale individuale, e circa 26 all’accompagnamento al lavoro. 2) FASE - Formazione trasversale: sono state realizzate più edizioni rivolte a piccoli gruppi in comuni diversi - Incontri informativi sul mercato del lavoro; - Incontri formativi sulle competenze trasversali fondamentali al lavoro 3) FASE - Laboratori: - Laboratori di attività professionale 4) FASE - Tirocini di 300 ore (270 ore in azienda, 30 ore di formazione in aula su temi di diritti e doveri dei lavoratori, italiano per la professione, sicurezza, organizzazione aziendale oltre alla presentazione dei tirocini e dei fondi): - Accompagnamento all’inserimento lavorativo - Tirocini formativi: (addetta alle pulizie, al montaggio di componenti elettrici,confezionamento tessile/maglieria, logistica delle merci nei supermercati)

Risultati raggiunti
Diretti: Sono state realizzate le attività di orientamento attraverso la verifica delle competenze di partenza di tutte le 67 utenti. Tutte le utenti sono state accompagnate ad iscriversi presso i CPI, alcune sono state indirizzate a corsi di formazione specifici. Sono stati attivati i moduli di formazione trasversale e i laboratori, strutturati sulle esigenze delle utenti, con esercitazioni pratiche differenti attività lavorative. Gli orari sono stati concordati tenendo conto delle necessità di conciliazione delle utenti. I tirocini sono stati svolti in diverse tipologie di azienda. Delle 8 tirocinanti una è stata sostituita poiché, avendo trovato un’altra occupazione, ha abbandonato il tirocinio in corso. Alcuni tirocini hanno avuto inizio oltre il tempo stabilito per venire incontro alle esigenze di alcune utenti. Il progetto ha inoltre incentivato la partecipazione delle utenti offrendo servizi di baby sitting e organizzando le attività formative in maniera “itinerante” per venire incontro alle difficoltà di spostamento di molte delle beneficiarie. Le attività formative “specifiche” sono state poi organizzate in maniera da non sovrapporsi così da permettere la frequenza di più corsi formativi.

Elementi di successo
Tra gli elementi di successo dell'iniziativa si segnala la forte collaborazione dei servizi sociali e delle associazioni rappresentative dei migranti che hanno svolto il ruolo di promotori del progetto, andando ad interloquire personalmente con le potenziali utenti. Ruolo fondamentale è stato svolto inoltre dai mediatori e soprattutto delle mediatrici culturali, le quali hanno fatto sì che l’invito a prendere parte al progetto provenisse non solo da un operatore italiano, ma soprattutto da un operatore in grado di comprenderne a fondo la cultura e la storia di migrazione. Per la prima volta nel territorio di riferimento è stato realizzato un servizio formativo specificatamente rivolto alle donne migranti: ciò ha introdotto un’innovazione nel contesto locale, nel quale si erano già sperimentate azioni di sostegno all’inserimento lavorativo rivolto alle donne ma non con un focus specifico sulla migrazione.

Elementi di criticità
Solo un tirocinio su tre per cui era prevista la trasformazione in un contratto di lavoro ha avuto buon esito, probabilmente a causa dell’acuirsi della crisi economica. In generale la crisi è stata particolarmente percepita all’interno del mercato del lavoro locale, ed a affrontarne le maggiori conseguenze è stata la fascia di popolazione straniera. In aggiunta a ciò, si sottolinea come le esigenze di conciliazione fra tempo di lavoro/formazione e cura della famiglia abbiano rappresentato un grande ostacolo alla partecipazione al progetto, nonostante le misure di flessibilità oraria e di luogo sperimentate dal progetto.




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